Francs Tireurs

Como e Varese svizzere? Il 75% dice di sì all’unione con il Canton Ticino

Posted in Cronaca, Idee by visone on 22 giugno 2010

Per ora è solo la proposta del consigliere federale elvetico Dominique Baettig da Délemont, cantone del Giura. Ma domani chissà. La proposta del consigliere federale è semplice quanto spiazzante:  annettere alla Confederazione Elvetica il Baden Wurttenberg, la Savoia, ma anche la Valle d’Aosta e le due province lombarde di Como e Varese. Chi pensa che gli italiani non ci starebbero mai a diventare svizzeri, non ha letto i risultati del sondaggio fatto in proposito dal quotidiano La Provincia di Como: il 75% delle persone che hanno risposto al sondaggio del quotidiano lariano si sono dette favorevoli all’annesione alla Svizzera.

D’altronde, se si pensa anche solo alle tasse, come dargli torto? In Svizzera, tanto per dire, l’Iva è al 7,5% e non al 20, la pressione fiscale è al 20 e non al 45%. Ma fosse solo quello, sarebbe davvero vile barattare la propria patria per un pugno di soldi in più. Inutile ricordare per l’ennesima volta la frase del film di Orson Wells: “In Italia, sotto i Borgia, per trent’anni hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo Da Vinci e il Risorgimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù”. Sarà anche così caro Orson, ma oggi di sublimi artisti nel nostro paese non si vede traccia alcuna. E di Risorgimento, nemmeno a parlarne. E crediamo che sar sempre meglio una stanza ingombra di orologi a cucù che 15 anni di Italia sotto l’ombra di Silvio Berlusconi e dei suoi amichetti. Ma per caso non si potrebbe chiedere a Dominique Baettig di estendere la sua richiesta fino almeno a Milano?

La differenza tra sanatoria fiscale sugli abusi edilizi e condono edilizio? Che una viene prima dell’altro

Posted in Cronaca, Idee by visone on 28 Maggio 2010

Terza (e ultima!) puntata sullo spinoso argomento della sanatoria fiscale sugli abusi edilizi (e case fantasma) varata nella manovra finanziaria correttiva dal duo Giulio Tremonti & Silvio Berlusconi.

Ci eravamo chiesti quale fosse la reale differenza tra una sanatoria di questo genere e un vero e proprio condono edilizio. E finalmente abbiamo la risposta: la differenza è principalmente che una viene prima dell’altro. Una sanatoria che permetta di iscrivere nei registri catastali gli immobili fantasma sarà valida di per sè solamente per quelle abitazioni che per qualche motivo sono sconosciute al catasto, ma che non sono anche abusive. In questo caso, tutto finisce così, a tarallucci e vino.

Tutte le case che invece sono sia fantasma che abusive (si può stimare, con prudenza, che siano almeno la metà) una volta registrate nel catasto, dovranno essere condonate. Perché? Primo perché essendo l’abusivismo edilizio un reato penale e non un illecito amministrativo (come lo è invece il non essere registrati al catasto) l’unico modo per sanarlo è il condono edilizio. Secondo perché una casa, dopo  essere stata registrata al catasto, pagherà tutte le tasse che deve. Se fosse registrata ma abusiva, ci troveremmo nella assurda condizione per cui si dovrebbero pagare le tasse su un oggetto del reato, un evento che credo metterebbe in crisi anche una mentalità elastica come quella italiana. Oltre che essere davvero un obbrobrio guiridico da fare impallidire.  Ieri anche il WWF e il FAI, per bocca di Stefano Leoni e Giulia Maria Crespi, hanno dichiarato a Repubblica che “La sanatoria delle case fantasma non può che portare al terzo condono edilizio, essendo probabile, se non certo, tra tra le case fantasma vi siano molti edifici abusivi. Immobili che verrebbero accatastati, ma non sanati. Per estinguere l’abuso, che è un illecito penale, ci vuole infatti un condono”. Quindi, oggi la sanatoria fiscale sugli abusi edilizi. Domani, il condono. Tutti contenti così?

Università tra riforma Gelmini e Finanziaria: i ricercatori e lo sciopero bianco inevitabile

Posted in Cronaca, Idee by visone on 27 Maggio 2010

Ormai i ricercatori delle università italiane sono decisamente sul piede di guerra. Se non fossero bastate le già magre prospettive delineate per il loro futuro dalla “riforma” messa in atto dal ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini, adesso è arrivata la manovra finanziaria correttiva targata Silvio Berlusconi & Giulio Tremonti ad assestare gli ultimi colpi al fragilissimo ecosistema delle univeristà pubbliche italiane. La soluzione? Drammatica quanto semplice: il prossimo anno accademico moltissimi ricercatori rifiuteranno l’incarico, o non terranno i loro corsi, mettendo in atto uno sciopero bianco che paralizzarà la vita degli atenei italiani.

Intanto, la battaglia è partita anche su internet: se vi interessa seguire l’evoluzione della vicenda, andate sul sito http://www.rete29aprile.it

troverete tutte le iniziative e gli aggiornamenti, come il comunicato stampa che riportiamo qui sotto:

Il drammatico impatto della manovra finanziaria sulle Università.

Il taglio retributivo per i ricercatori universitari all’inizio della carriera è maggiore del taglio alle retribuzioni dei parlamentari, dei ministri e dei sotto-segretari di stato e dei manager pubblici. È quanto risulta dalla bozza della manovra finanziaria correttiva pubblicata dal Corriere della Sera online, con misure che vanno a colpire tutto il sistema universitario nel suo complesso e in particolare i giovani ricercatori.
a) Viene confermato il prolungamento del blocco del turnover nelle assunzioni nella
pubblica amministrazione fino a tutto il 2014. Per l’università, nella prospettiva
dell’uscita dai ruoli di circa 18.000 su 60.000 unità nei prossimi cinque anni, sarà
semplicemente impossibile garantire gli stessi livelli di servizio e di offerta formativa.

b) I tagli al fondo di finanziamento ordinario dell’università vengono prolungati nel
tempo, arrivando al 2015, prevedendo tagli per circa 860 milioni di euro (art. 94 del
testo provvisorio)

c) Le progressioni stipendiali dei ricercatori, compresi quelli assunti da poco e ancora
in “periodo di conferma” (periodo di prova che dura tre anni), vengono congelate dalla
manovra per tre anni (art. 14). Il ricercatore neoassunto si vedrà decurtata la retribuzione
di quasi 1600 euro annui, i ricercatori in servizio da nove anni avranno un taglio
pari a 4.745 euro annui.

Al confronto, la decurtazione del 10% delle retribuzioni superiori a 75.000 euro annui lordi ha effetti assai più lievi, in quanto si applica solo alla parte eccedente questa soglia. Quindi, le retribuzioni di un ricercatore neoassunto e di un dirigente con uno stipendio di 91.000 euro verranno decurtate allo stesso modo, nonostante il primo guadagni
meno di un terzo del secondo. Allo stesso modo, il taglio subito da un ricercatore con nove anni di anzianità è identico a quello subito da un dirigente che guadagna 122.500 euro all’anno, ovvero quasi quattro volte di più.
d) Come se non bastasse, in questo quadro di incertezza e di depauperamento – e a dispetto della necessità di “internazionalizzare” il sistema universitario italiano – viene imposto un drastico taglio alle spese per missioni all’estero, rischiando di bloccare del tutto le collaborazioni, i progetti internazionali, la partecipazione a conferenze e a riunioni essenziali per una ricerca che non voglia limitarsi al vicolo sotto casa.
Se questo scenario dovesse essere confermato dal testo definitivo della manovra, il giudizio da parte del mondo dell’università e della ricerca, e in particolare dei giovani ricercatori, non potrà che essere assolutamente negativo.
Sicuramente ne rafforzerà la determinazione a mantenere l’indisponibilità a svolgere attività didattica, già annunciata nelle scorse settimane; iniziativa che provocherà il sostanziale blocco del prossimo anno accademico in pressoché tutti gli Atenei italiani.

Ecco il condono edilizio di Tremonti & Berlusconi, tra case fantasma e sconti fiscali sugli abusi edilizi

Posted in Cronaca by visone on 26 Maggio 2010

Così pareva ieri e l’altro ieri, così pare anche oggi. Alla fine il duo Giulio Tremonti & Silvio Berlusconi ha messo in piedi l’ennesimo paravento. Tante voci, smentite, per poi partorire il solito condono edilizio (e fiscale). Anche se opportunamente mascherato. Tranquilli, il TG1 non ve lo dirà. Ma basta leggere su Repubblica (da cui sono tratti i brani qui sotto) o su molti altri giornali (quasi tutti) per capire che la solfa è sempre la solita: chi fa i salti mortali per comperarsi una casa e ha pagato tutte le tasse che doveva è un pirla, chi se la costruisce abusiva e non paga mai nulla, alla fine, ha ragione e se la cava con un buffetto sulla guancia.

La  sanatoria fiscale riguarda chiunque abbia commesso abusi modificando la consistenza e la destinazione di un immobile. Una presa in giro inaccettabile.

Grazie davvero, ancora una volta, per averci ricordato che in Italia paga sempre e solo fare i furbi… e i furbi, invece, non pagano mai.


Sconti fiscali sugli abusi edilizi
Arriva la sanatoria per 2 milioni di case sfuggite al catasto e ora scovate, ma arriva soprattutto una sanatoria fiscale per chiunque abbia commesso abusi modificando la consistenza e la destinazione di un’immobile, che apre le porte a un vero e proprio condono edilizio (si parla di un emendamento in Parlamento che eviti anche le sanzioni urbanistiche). Si chiede di regolarizzare il tutto entro il 31 dicembre di quest’anno, e in cambio si concede di pagare le tasse solo dal 1° gennaio 2009 e un terzo delle sanzioni. Decorsa la data del 31 dicembre senza regolarizzazione, gli interessati incapperanno in una sanzione che varrebbe 1/3 del valore catastale.

Ecco il condono. La regolarizzazione degli immobili fantasma, che consentirà di dichiarare eventuali cambiamenti catastali che non sono stati precedentemente comunicati, dovrà avvenire entro il 31 dicembre di quest’anno. Chi non ha dichiarato l’aggiornamento catastale di un immobile dovrà farlo e si vedrà così ridotte le sanzioni di un terzo. I possessori dovranno presentare una dichiarazione di accatastamento che avrà effetto a partire dal gennaio 2009: si dovranno quindi pagare le imposte sugli ultimi due anni e le sanzioni saranno ridotte a un terzo. La sanatoria sarà possibile anche su interventi edilizi che abbiano determinato una variazione della cubatura. Dal gennaio 2011 scattano i controlli di Comuni e Agenzia del Territorio e le contestazioni comportano l’applicazione di una rendita presunta e la richiesta retroattiva dei tributi.

(tratto da Repubblica del 26/05/10)

Tremonti & Berlusconi: la manovra da 24 mld euro e il condono edilizio mascherato?

Posted in Cronaca, Idee by visone on 24 Maggio 2010

Siamo davvero alle comiche. Che altro si può dire? Si legge e si sente su tutti i (tele)giornali questa mattina che la manovra correttiva anticrisi che il ministro Giulio Tremonti ha disegnato in collaborazione (e anche in forte polemica) con il premier Silvio Berlusconi non conterrà nessun nuovo condono edilizio. Almeno, questo stando alle parole del sottosegretario Paolo Bonaiuti. «Non ci sarà nessun condono edilizio», ha dichiarato Bonaiuti, ma ha aggiunto: «Bisogna mettere a catasto circa due milioni di unità immobiliari e questo sarà fatto», Quindi se da un lato scompare il condono edilizio, resta invece la regolarizzazione degli oltre due milioni di immobili fantasma, sconosciuti al catasto. Maliziosamente, pensiamo che in Campania ve ne saranno molti, già salvati dalle ruspe di recente. Ma malizia a parte, qualcono riesce a spiegarci la differenza sostanziale tra un condono edilizio e la messa in regola di due milioni di case molto probabilmente abusive? Certo, siamo sicuri che ve ne siano di formali. Ma a noi interessa capire perché mettere in regola DUE MILIONI di case sconosciute al catasto (e quindi, spesso, abusive) non sia molto simile a un condono edilizio. Se qualcono riuscisse a spiegarcelo senza bizantinismi saremmo davvero lieti. Grazie.

Draquila, il terremoto di Bertolaso & Berlusconi

Posted in Cronaca, film, Idee by visone on 11 Maggio 2010

Il film di Sabina Guzzanti “Draquila, l’Italia che trema“, è uscito nelle sale italiane il 7 maggio. Ma ha iniziato a fare rumore fin dal suo annuncio di realizzazione. Perché? Molto semplice dirlo, dopo averlo visto: perché racconta le cose che sono accadute in Abruzzo senza i chili di fard e belletti dei telegiornali nazionali, troppo impegnati a sostenere il miracolo del duo Silvio Berlusconi-Guido Bertolaso per documentare tutti i fatti che stavano avvenendo.

Nel film si contesta più di ogni altra cosa il metodo, ancora prima dei risultati. E cioè la totale imposizione dall’alto, escludendo in partenza i cittadini e i comuni interessati nella ricostruzione. E la cosa più “divertente” è il vedere come il lungometraggio, realizzato senza immaginare quello che sarebbe successo a livello giudiziario e politico (interecettazioni, Anemone e la sua crew, Bertolaso e suo cognato Pierfrancesco Piermarini, lo scandalo dei lavori alla Maddalena e del costo del G8 spostato a L’Aquila, l’affondamento del progetto di trasformare la Protezione Civile in una Spa, ecc…) si trovi ad un certo punto superato dalla realtà delle ipotesi investigative. Che confermano punto per punto ciò che Sabina Guzzanti stava documentando. Ma c’è di più. La sospensione dei diritti civili dei terremotati. L’emergenza che tutto permette, soprattutto di scavalcare la legge. E che poco c’entra con l’efficienza. Altrimenti, chi mai fu più efficiente dei nazisti? Non vedete come sono efficienti in Cina? E questo che vogliamo per noi?

Si legge su forum pacato come quelle de Il Giornale che “solo degli psicolabili possono credere alla tesi di fondo di Draquila. E cioè che il Governo italiano aveva previsto il sisma, ma che – per risollevare l’indice di popolarità del medesimo governo (e quindi di Berlusconi), non avrebbe dato l’allarme. Per poi pavoneggiarsi tra le rovine e affidare la ricostruzione ad imprenditori amici”,

Ecco, questa è la malafede che circonda ogni voce che cerca di levarsi dal coro greco che inneggia senza alcun discernimento alla vita e alle opere del padrone Silvio Berlusconi. Nel film non vi è traccia di questa tesi, e men che meno si getta fango sul paese Italia. Ma si racconta di come, dopo il terremoto, l’evento sia stato gestito anche con la subdola intenzione di accreditare Berlusconi come unico artefice dei “miracoli”: novello padre della patria, salvatore, re taumaturgo che guarisce dalla scrofola al tocco e che regala dentiere alle vecchine sdentate. Non opere realizzate dallo  stato italiano, badate bene. Ma da Silvio Berlusconi in persona, che firma i bigliettini di auguri nelle nuove case per i terremotati come se le avesse pagate lui. Come se fossero un suo regalo personale. Un regalo del sovrano.

Nessuno vuole negare che sia stato importantissimo lavorare per ridare casa ai terremotati. Ma a che prezzo? E soprattutto come? E con quali interessi economici occulti? Vogliamo farci delle domande o vogliamo continuare a gurdare Emilio Fede o Minzolini o Mattino 5?

Una domanda se la fa l’ultimo intervistato da Sabina Guzzanti, che dichiara ( lo ricordo a braccio): “Noi siamo sotto una dittatura della merda. Non ci sono militari, non mi torturano, ma tutti i giorni mi bombardano di merda. Ho conosciuto molte persone che sono state sotto una dittatura. Sai quando sono iniziati a crollare, anche i più integerrimi? Quando dicevano dopo magari due anni: Adesso cade, tanto cade. Ma non bisogna pensare che ciò che è sostenuto dalle bugie e dal nulla debba cadere così. Non funziona così.” Capito?

Roberto Saviano sarà cittadino di Milano

Posted in Cronaca by visone on 7 Maggio 2010

Ne avevamo parlato nei giorni scorsi. Ed era mesi che se ne parlava, in città. Sembra che finalmente il momento sia giunto: Roberto Saviano sarà cittadino milanese. Secondo quanto riporta l’agenzia Adnkronos, il conferimento della cittadinanza e’ stato deciso dal Consiglio comunale meneghino: 41 voti a favore e 1 astenuto hanno approvato la delibera di iniziativa consiliare, che è stata dichiarata immediatamente eseguibile.

Il presidente del Consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri (Pdl) ha dichiarato che questo riconoscimento per lo scrittore campano e’ motivato ”dall’impegno civile e sociale, teso a contribuire a sconfiggere, anche sul piano culturale, la criminalita’ organizzata”. Magari adesso Palmeri riuscirà a farlo capire anche al suo leader maximo Silvio Berlusconi. Anche se l’impresa non è semplice.

Era in ogni caso davvero tempo che se ne accorgessero anche a Milano, andando oltre alle solite parole di rito. Resta misterioso capire come mai ci siano voluti sei mesi per fare qualcosa che – come si è visto oggi – sarebbe potuta essere fatta a dicembre, in 5 minuti. Certo, è solo un gesto simbolico. Ma sappiamo bene come i simboli siano importanti: chi doveva capire, come si dice, avrà capito. Saviano, invece, si rassegni: da oggi è anche lui un (poco) polentone.

Saviano, ma quando cittadino di Milano?

Posted in Cronaca, Idee by visone on 29 aprile 2010

E dire che a leggere su internet avrebbe dovuto essere cittadino meneghino già dal dicembre 2009. Invece Roberto Saviano dovrà attendere ancora. Ieri su Repubblica Milano un breve trafiletto riportava infatti l’ennesimo rinvio della votazione della delibera bipartizan che ha per oggetto l’assegnazione della cittadinanza onoraria allo scrittore campano. Davvero inspiegabile, tra l’altro.

Il Pd aveva proposto – come riportato su Repubblica – una votazione senza dibattito in una pausa della seduta sul bilancio. Sarebbero bastati pochi secondi. Ma la maggioranza ha votato contro la richiesta, e quindi si deciderà su questa delibera solo dopo le votazioni di bilancio, notoriamente lunghe e irte di ostacoli. Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd si è giustamente domandato se davvero il centrodestra voglia dare questa benedetta cittadinanza a Roberto Saviano. A ragione, viste le recenti parole di Berlusconi sull’argomento Gomorra.

D’altronde, in una città dove la mafia praticamente NON esiste,  ( men che meno in chiave Expo) perché mai dare la cittadinanza a chi fa una così brutta pubblicità al nostro paese all’estero parlando di mafia, rendendola la più affascinante benchè solo sesta nella classifica mondiale? C’è il rischio che con Saviano milanese anche la mafia si accorga del capoluogo lombardo, e magari scali altre posizioni in classifica…